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Fori Imperiali
 

:
I Fori Imperiali
Foro di Augusto

42 a.C. - Battaglia di Filippi e voto di Ottaviano di innalzare un tempio a Marte Ultore;
27 a.C. – Ottaviano riceve il titolo di Augusto;
1 agosto 2 a.C. – Inaugurazione del Foro non del tutto completato;
14 d.C. – Morte di Augusto;
19 d.C. – Archi in onore di Germanico e di Druso minore.

Area complessiva: 125x118 metri
Altezza muro di cinta: 33 metri

Foro di AugustoLa piazza rettangolare, della quale non conosciamo il lato breve verso il Foro di Cesare, presenta sui lati lunghi profondi portici, la cui superficie si allarga in ampie esedre semicircolari. Portici ed esedre presentavano colonne e semicolonne e pavimenti in marmi colorati ed erano adorni di statue; sull’attico correva una decorazione con figure femminili (Cariatidi) e scudi (clipei).
Sul fondo della piazza si trova il Tempio, dedicato a Marte Ultore: un grand edificio in marmo bianco con otto colonne sulla fronte e sette sui lati lunghi.

Il vano interno della cella, riccamente decorato, termina con un’abside che ospitava le statue di culto dedicate a Marte e Venere.
Ai lati del Tempio due percorsi lastricati, terminanti con scalinate che superano il dislivello con l’esterno, conducono a due ingressi, uno a tre archi e uno ad arco singolo, il cosiddetto Arco "dei Pantani". Dopo la morte di Augusto furono aggiunti ai piedi delle scalinate due archi monumentali, dedicati a Germanico e a Druso Minore. Il portico settentrionale termina nell’Aula del Colosso, un vano ricchissimo di preziose opere d’arte, che doveva ospitare la statua colossale dedicata al Genio di Augusto.
Nelle grandi aree coperte delle esedre e dei portici si svolgeva sicuramente l’attività dei pretori urbani, che si occupavano delle cause civili.
Gli ‘appuntamenti’ per le comparizioni erano fissati presso le statue collocate tra le colonne dei portici, suggerendo l’idea che gli spazi fossero suddivisi e assegnati ai singoli pretori.
Alla funzione giuridica si aggiungeva quella educativa e scolastica, ricordata dalle fonti.

Il Tempio di Marte Ultore era sede di riunioni del Senato legate a guerre o trionfi, in collegamento al carattere militare del dio; all’interno della cella si custodivano le insegne militari recuperate in guerra o restituite da popolazioni pacificate.
Vi erano ospitate anche alcune cerimonie religiose particolari, come i ludi martiales, cioè i festeggiamenti dedicati al dio della guerra, o le cerimonie con banchetti rituali dell’antico ordine sacerdotale dei Salii.

Tutta la decorazione del Foro è strettamente collegata al programma ideologico di Augusto: all’origine di Roma, nata da dio Marte attraverso Romolo, si aggiunge quella della gens Iulia (la famiglia di Giulio Cesare e quindi di Augusto, suo figlio adottivo), generata da Venere attraverso il mitico Enea: così Augusto si presenta quale novello Romolo, nuovo fondatore della città.
La linea di continuità con la storia repubblicana è sottolineata dalle numerose statue nelle esedre e nei portici che onorano le maggiori personalità della Repubblica: i summi viri.
Contemporaneamente, Augusto getta idealmente le basi di un nuovo regime, nel quale la persona dell’imperatore è il vero fulcro del potere, come è ben rappresentato dal culto del Genio di Augusto nell’Aula del Colosso e dalla posizione strategica, al centro della piazza, della grande quadriga con augusto accompagnato dalla Vittoria.

Un piede e una mano colossali.
Nell’Aula del Colosso, in fondo al portico settentrionale, è stata ‘ricostruita’ solo in parte una mano colossale il cui dorso e la parte delle dita misurano 145 cm circa. L’intera statua, dedicata probabilmente al genio di Augusto, doveva essere alta 11-12 metri.
L’impronta di un piede colossale resta tuttora visibile sul basamento in blocchi di tufo rivestito di marmo e alabastro disposto sul fondo dell’aula.

Antichi graffiti
Salendo sul podio del Tempio di Marte Ultore, sfruttando la particolare luce di mezzogiorno, è possibile ‘intuire’, su un lastrone marmoreo lungo il lato nord del podio, un curioso graffito rappresentante una scena erotica, nella quale spiritosamente sembrano riflessi i versi di Orazio, che ricorda Venere iuncta (unita) a Marte nelle statue di culto del Tempio. Sulla porzione di piazza antistante il podio del tempio è possibile notare, incisa sul lastricato, una sorta di scacchiera di ‘gioco’.
La frequentazione del Foro doveva essere molto varia: tra cause civili, scuole e solenni cerimonie, c'era anche chi trovava il modo di ingannare il tempo con passatempi meno seri.


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